Dopo le balene del venerdì, al sabato (11 agosto 2012) è la volta di vedere per la prima volta i famosi vulcani islandesi. La sveglia è all’alba e il ritrovo all’entrata del campeggio. I camper li lasciamo riposare e ci prepariamo per l’avventura con un autobus 4×4, perché la strada che affronteremo è abbastanza impervia: guadi da superare e grandi sterrati da attraversare. Nella prima tappa del viaggio odierno andremo a vedere la caldera del vulcano Askja, ma quando si presenta dinanzi a noi l’autobus 4×4, rimaniamo alquanto perplessi. Il mezzo è un po’ arrugginito e con molti anni di servizio alle spalle, tuttavia dopo esservi saliti e dopo aver superato brillantemente gli insidiosi ostacoli trovati lungo il tragitto, ci siamo dovuti ricredere. Il viaggio è lungo e arriviamo a destinazione per mezzogiorno, scendiamo dall’autobus e ci concediamo qualche attimo per azzannare un gustoso panino prima di iniziare la camminata verso la caldera del vulcano Askja.
Il sentiero è quasi surreale (aggettivo che pronunceremo parecchie volte nel corso del nostro viaggio in Islanda), si tratta infatti di un fiume di lava solidificata.
Il vento forte ci ostacola nei movimenti, mentre il paesaggio lunare ci incanta passo dopo passo. Finalmente raggiungiamo la caldera del vulcano Askja, dalla quale possiamo ammirare il lago che si è formato al suo interno: il lago Öskjuvatn.
Di questo lago si narra che due ricercatori si siano avventurati con una barchetta per studiarlo, purtroppo però, non si sono più ritrovati né loro, né la barca. Invece da un’eruzione successiva, si è formato un secondo cratere molto più piccolo: il Viti. Anche qui viene ospitato un laghetto, ma in questo caso di acqua calda, dove si può addirittura fare il bagno. Dopo questa fantastica escursione, inizia il viaggio di ritorno; passiamo i siti dove si sono svolte le prove di allunaggio da parte dell’agenzia aerospaziale americana e visto il paesaggio ci sorge spontaneo un dubbio: il 20 luglio 1969 lo sbarco fu sulla luna, oppure….
Con questo interrogativo in mente, a metà strada, ci fermiamo a visitare un canyon sul fiume Jökulsá á Fjöllum, dove alla fine sgorga una bellissima cascata. In serata facciamo il rientro in campeggio, veramente stanchi, ma con ancora negli occhi la vista ovunque si guardasse di quelle montagne laviche dai colori che andavano dal nero, al grigio al rossiccio e soprattutto dal silenzio, ancora una volta surreale, di cui eravamo circondati.