Penso che mai, nella storia dell’umanità, l’uomo abbia avuto uno strumento a meno di un metro di distanza 24 ore su 24, sette giorni alla settimana. Lo smartphone ha saputo diventare un compagno pressoché inseparabile dell’homo sapiens, in qualsiasi momento della giornata, dalla “seduta” mattutina in bagno, fino al relax serale in divano.
Se ti stai chiedendo (anche se probabilmente già lo puoi intuire), come lo smartphone ha saputo diventare un compagno inseparabile, è presto detto. A parte la caratteristica basilare, ovvero quello di poter rimanere in contatto telefonico con le altre persone, lo smartphone è in grado di offrire molteplici funzionalità, come:
- scattare foto (sostituisce la macchinetta fotografica)
- girare video (sostituisce la videocamera)
- navigare in internet (sostituisce il pc)
- utilizzare il navigatore (sostituisce le mappe cartacee e i navigatori)
- prendere appunti (sostituisce il block notes)
e tante altre funzionalità che per comodità non starò qui a elencare in maniera dettagliata.
Le funzioni precedentemente menzionate, sono molto utili anche in altre occasioni, oltre che nell’uso quotidiano. Infatti lo smartphone in viaggio, diventa uno strumento veramente molto utile, non solo per documentare la propria avventura con foto e video, ma anche per trovare informazioni sul luogo dove ci si trova e per orientarsi con il navigatore.
Lo smartphone è il moderno coltellino svizzero del viaggiatore. Tuttavia, al contrario del coltellino svizzero, presenta una grossa lacuna: non può essere utilizzato senza soluzione di continuità, a causa della sua autonomia, che è dettata dalla capienza della batteria. Perciò in viaggio, così come nella vita di tutti i giorni, bisognerà accostare al proprio smartphone un cavetto per la ricarica della batteria.
Quando ci troviamo in ambienti a noi familiari, è possibile ricaricarlo utilizzando una comune presa di corrente, ma quando ci troviamo in viaggio e le prese non sono presenti, cosa si può fare?
Caricabatterie solare e Power bank: le soluzioni per non rimanere senza carica in viaggio
Nella valigia dei viaggiatori, fotocamere, videocamere, mappe, taccuini di viaggio ecc, hanno lasciato spazio, allo smartphone e alle power bank o ai caricabatterie solari. Quest’ultime due sono diventate indispensabili per poter incrementare la durata dell’utilizzo dello smartphone e per assicurare una certa tranquillità, in chi (come il sottoscritto), non può più far a meno del proprio “coltellino svizzero“.
Ma quali sono le differenze tra una power bank e un caricabatteria solare?
Cos’è un caricabatterie solare?
Il caricabatterie solare è un accessorio veramente indispensabile, quando si esce dalla civiltà. Risulta quindi molto utile quando si affrontano viaggi più estremi, come trekking nelle alte vie dolomitiche, escursioni in barca e quando ci si addentra in aeree meno popolate, che potrebbero presentare una più bassa densità di edifici dotati di prese elettriche per la ricarica dello smartphone.
Il caricabatterie solare, sfrutta un piccolo pannellino solare per generare corrente elettrica, che ricaricherà la batteria del tuo smartphone. Alcuni modelli sono anche dotati di un accumulatore (si tratta quindi di un caricabatterie solare dotato di power bank), che sfrutta l’energia solare per ricaricare la batteria portatile, che a sua volta verrà utilizzata per ricaricare la batteria dello smartphone, quando verrà ritenuto più opportuno.
Rispetto alla power bank, il caricabatterie solare permette una totale autonomia energetica, e come nel caso precedente, ne esistono di varie dimensioni, capacità e caratteristiche del pannellino fotovoltaico.
Al giorno d’oggi ne esistono di molte tipologie e in primis, consiglio di valutare le proprie esigenze con le caratteristiche dei diversi caricabatterie (ti serve un dispositivo leggero? Serve per ricaricare un notebook o uno smartphone? ecc..) e di leggere le guide per la scelta dei caricabatterie solari migliori.
Per esempio nelle mie avventure di corsa, la mia necessità primaria è quella di avere un caricabatterie di peso e dimensioni ridotte, perciò sacrificherò la capienza della batteria aggiuntiva per aver un dispositivo utile al mio scopo. Altri invece potrebbero aver la necessità di ricaricare un notebook e quindi dovrebbero optare per una soluzione più capiente e potente, ma al tempo stesso più ingombrante.
Cos’è una power bank?
Una power bank non è altro che una batteria portatile, che collegata allo smartphone (tramite cavo usb), oppure ad altri dispositivi che hanno ricarica tramite usb (come per esempio il mio orologio GPS che utilizzo per correre), si mette a ricaricare la batteria interna del dispositivo.
Le dimensioni e il peso aumentano all’aumentare della capacità della power bank. Questo significa che una power bank di 2.000mAh sarà molto più piccola e leggera rispetto a una power bank di 10.000mAh.
Esistono batterie portatili in grado di ricaricare anche notebook, ma per l’utilizzo che ne faccio io, mi basta una power bank da circa 3.000mAh per raddoppiare l’autonomia del mio smartphone e arrivare tranquillo e sereno alla fine di una lunga giornata di viaggio.
Come nel caso dei caricabatterie solari, consiglio sempre di considerare prima le proprie esigenze e in secondo luogo, leggere le guide per la scelta delle power bank, dove si trovano le comparazioni dei migliori modelli presenti sul mercato.