Molto spesso nei film sentiamo dire questa frase: “viaggio di lavoro o viaggio di piacere” quando il protagonista della pellicola viaggia in aereo, sbarca nello stato di destinazione e mostra il passaporto ai controlli della frontiera. Solitamente nei film il sicario sta viaggiando per eseguire un “lavoretto” su commissione, ma la sua risposta è quasi sempre “viaggio di piacere”.
Anche nella realtà può capitare di fare un viaggio che risulta border line tra quello di lavoro e quello di piacere. Ovviamente il “lavoretto” è di tutt’altra natura rispetto a quello del sicario delle pellicole cinematografiche. Magari ci si deve incontrare con dei clienti in una località turistica, o in una grande metropoli e si approfitta del tempo a disposizione per rendere il viaggio di lavoro, anche di piacere.
Se ci si reca in un paese all’interno dell’Unione Europea non ci sono problemi se ci stiamo muovendo per lavoro o per piacere, infatti grazie all’accordo di Schengen vi è la libera circolazione all’interno degli stati membri. Invece tutt’altro altro discorso è quando ci si reca al di fuori dell’Unione Europea, dato che con un semplice visto turistico non è possibile entrare nel paese se si intende lavorare.
Uno dei casi più noti, è sicuramente quello che riguarda l’Australia. Bisogna fare molta attenzione se si entra nel paese con un visto turistico o un visto vacanza lavoro (Working Holiday Visa), poiché solo con quest’ultimo è possibile fare un viaggio che sia anche di lavoro, altrimenti si rischiano grossi problemi (es: il rimpatrio).
Al di là degli aspetti prettamente burocratici, vi è un’altra questione quando si viaggia per lavoro e per piacere. Si tratta della questione linguistica, perché un conto è sapersi barcamenare in viaggio, conoscendo poche ma utili frasi in inglese o nella lingua madre del paese di destinazione, un altro conto è saper affrontare una conversazione lavorativa con dei clienti/fornitori/partner.
Essendo l’inglese la lingua più utilizzata per comunicare tra stati linguisticamente differenti, risulta fondamentale avere una buona padronanza del business English. Magari non serve avere una conoscenza eccellente se si deve partecipare a dei seminari o dei meeting in cui si è abbastanza passivi, ma è indispensabile quando bisogna negoziare, affrontare colloqui o comunicare in maniera eccellente.
D’altronde quando si parla di business e di affari bisogna saper comunicare molto bene e trasmettere le giuste informazioni al nostro interlocutore. Oltre alle informazioni fondamentali è anche molto importante avere un lessico ricco, abbastanza ricercato e una struttura grammaticale corretta, altrimenti sembra una comunicazione da analfabeta e l’accordo potrebbe saltare.
Per concludere questo articolo, viaggiare per lavoro e per piacere può essere un’ottima soluzione per ottimizzare i tempi. Tuttavia se la comunicazione lavorativa avverrà in inglese, è importante avere un’ottima padronanza del business English per continuare a stringere accordi con i nostri interlocutori e continuare ad esplorare il mondo sfruttando il nostro lavoro.