Ogni viaggio inizia con un sogno. Il mio sogno era salire ai piedi della montagna più alta del mondo. Sono stato ispirata dalla determinazione della più giovane australiana a scalare l’Everest a 19 anni. Alyssa Azar ha tentato di scalare l’Everest due volte prima di arrivare in cima nel 2016, ma è stata respinta entrambe le volte a causa di eventi fuori dal suo controllo. Ho pensato che se lei può dedicare ogni momento dei suoi tre anni fino alla cima dell’Everest, l’escursione al campo base dovrebbe essere un gioco da ragazzi.
Prima che me ne rendessi conto, stavo leggendo tutto ciò che era stato pubblicato sull’Everest e trovavo ispirazione da innumerevoli persone che avevano fatto il trekking di due settimane. Mi sono svegliato pensandoci, l’ho sognato mentre lavoravo e sono andato a letto sapendo che un giorno sarei stato io a farlo.
Di seguito 5 consigli frutto della mia esperienza e che non avevo letto negli articoli online.
1. Non è necessario essere la persona più in forma
Molte pensone pensando alla montagna più alta del mondo, crederanno che per poter partecipare a un trekking di più giorni tra i pendii di questa catena montuosa bisogna essere in ottima forma. In verità non è propriamente necessario. Se riesci a camminare per 3-6 ore al giorno, portando uno zaino leggero, non avrai problemi! Infatti se vai con un gruppo turistico, ci saranno gli sherpa che porteranno i bagagli pesanti per te e tutto ciò di cui dovrai preoccuparti sarà la tua acqua, gli snack e la macchina fotografica.
Inoltre non è dimostrao che vi sia un legame tra forma fisica e acclimatamento all’alta quota. Infatti, più lentamente si va, maggiori sono le possibilità di arrivare in cima senza problemi.
Dalla mia esperienza, posso dire che non ero certo al top della forma quando ho partecipato all’Everest base camp trek, ma circa sei mesi prima sono andato in palestra almeno due volte a settimana e fatto un’escursione quasi ogni week-end. Un mese prima della partenza, quando molti pensano di aumentare l’intensità dell’allenamento, ho smesso di allenarmi del tutto e sono comunque riuscito ad arrivare ai 5.364 metri sul livello del mare con 16 kg nello zaino.
È certamente più raggiungibile di quanto si pensi, ma non trascurare del tutto la tua forma fisica perché da un’esperienza piacevole, potrebbe trasformarsi in un incubo.
2. Fai pratica e ottimizza il peso del tuo zaino prima di partire
Segui il mio consiglio e non mettere più di 10 kg nello zaino. Fai pratica con il tuo zaino prima di partire e pesalo con almeno due litri d’acqua dentro.
Una delle cose più difficili dell’escursione sarà fare i bagagli e prendere decisioni intelligenti su cosa portare e cosa lasciare a casa. Credimi, ho fatto l’errore di fare le valigie all’ultimo minuto e ho finito per dover portare cose inutili che non ho mai usato nel corso di tutta l’escursione.
3. È più caro di quanto si pensi
Se stai pianificando questa escursione saprai sicuramente che diventa più costosa man mano che si sale con l’altitudine. Senza infrastrutture adeguate, tutto deve essere portato in quota solamente con la forza delle spalle (gli sherpa sono dei super umani) o se il proprietario dell’azienda può permetterselo, trasportato in elicottero da Kathmandu. Puoi aspettarti di pagare fino a 10 dollari per una lattina di Pringles a Gorak Shep (a 5164 metri sul livello del mare, ne ho comprata una per festeggiare al Campo Base) o 10 dollari per una fetta di torta nella panificio più alto del mondo a 4.950 metri a Lobuche.
Prima di partire avevo letto molti articoli dove si consigliava di fare acquisti a buon prezzo a Thamel, ma devo dire che non l’ho trovato particolarmente economico.
Se prevedi di restare solo per due settimane, probabilmente conviene prendere a noleggio piumini e sacchi a pelo, ma se hai intenzione di rimanerci per più di un mese, valuta la possibilità di acquistarli, perché per un periodo così lungo, il noleggio ti potrebbe costare di più.
Per quanto riguarda la carta igienica, non serve portarsi decine di rotoli nello zaino. Infatti si trova ovunque e a poco prezzo (anche se hai un budget limitato). Questo ti permette di guadagnare spazio per mettere cose più importanti come le salviette umidificate che sono molto più costose: 15 dollari per un pacchetto a Namche Bazaar a quota 3440 metri.
Inoltre ricordati che a Kathmandu le commissioni degli ATM sono molto alte. La maggior parte non funzionano, il che è particolarmente fastidioso quando devi interrompere il tuo trekking perché sei a corto di contanti e i bancomat di Namche Bazaar e Lukla non funzionano e prendono i soldi dal tuo conto senza erogarli. Quando funzionano, ti è permesso di prelevare solo circa 150 dollari alla volta, mentre ti vengono addebitati 7 dollari di commissioni bancomat.
Perciò porta con te abbastanza soldi per la tua permanenza in Nepal e cambiali quando arrivi nel paese.
4. Ovunque c’è il Wifi (ovviamente a pagamento)
Non mi sarei mai aspettato di trovare connessioni Wifi nella catena montuosa più alta del mondo. Tuttavia le compagnie telefoniche hanno fiutato il business il Nepal e l’offerta è in grande espanione.
Lungo la strada si possono comprare una sorta di gratta e vinci che sveleranno la password delle reti wifi. Il pacchetto standard è di 250 MB di dati che diventa più costoso man mano che si sale di quota. Ho visto molte persone “divorarli” soprattutto per aggiornare i propri profili social come Facebook e Instagram con foto e stories da far invidia ai propri amici. In molti casi ho visto persone disperarsi, perché i dati venivano immediatamente esauriti non appena connesse, questo a causa degli aggiornamenti in background delle app che hanno bruciato i 5/10 dollari delle connessioni.
Un’alternativa, potrebbe essere quella di comprare, a Kathmandu prima del trekking, una SIM locale con un piano dati, perché c’è ricezione fino a circa 4000 metri di altitudine e in alcuni casi anche al Campo Base.
Aspettati di pagare anche per mettere in carica il tuo telefono o la tua fotocamera scarichi. Il costo è di circa 3-6 dollari all’ora, sempre a seconda della quota raggiunta.
5. Diamox per il mal di montagna
Prima di partire per il mio viaggio ho trovato opinioni contrastanti in merito all’uso dell’acetazolamide per prevenire e ridurre i sintomi del mal di montagna. Ci sono diversi effetti collaterali da considerare prima di prendere Diamox per aiutare l’acclimatazione, i principali sono intorpidimento, sensazione di formicolio alle dita delle mani e dei piedi e alle labbra, ronzio nelle orecchie, perdita di appetito, vomito e sonnolenza. Poiché questi possono anche essere gli stessi sintomi del mal di montagna, capire chi li ha scatenati, può essere molto difficile.
Il farmaco, tuttavia, può diminuire il mal di testa (effetto collaterale più comune dal non bere abbastanza acqua), nausea, vertigini e mancanza di respiro. Questo insieme alla necessità di bere almeno tre litri d’acqua al giorno ti farà andare spesso in bagno. Credo che faccia parte dell’esperienza.
Diamox funziona diminuendo la quantità di ioni idrogeno e bicarbonato nel corpo, permettendo così di respirare più a fondo e più velocemente, prendendo anche più ossigeno. L’aumento di ossigeno aiuterà l’acclimatazione.
Io ho scelto di prevenire, prendendo mezza compressa al mattino e mezza alla sera quando sono atterrato a Lukla e una in più quando mi sono sentito come se stessi per svenire con un mal di testa lancinante sulla strada per Lobuche. Molti “puristi” ti diranno di andare senza Diamox se hai abbastanza tempo per acclimatarti. Tuttavia, se si sta andando in un gruppo, quindi dovendo mantenere un certo programma indipendentemente da come ci si sente o semplicemente si vuole essere sicuri di aver fatto tutto il possibile per arrivare in cima, prendere il Diamox come misura preventiva, forse è la soluzione migliore.
Il farmaco non deve essere usato quando si hanno già i sintomi del mal di montagna acuto. In quel caso la discesa immediata è l’unica cura. Inoltre, ovviamente non sono un medico e si dovrebbe consultare il proprio medico per capire se l’uso di Diamox è indicato per te.
In conclusione
Spero che tu abbia trovato utile questo articolo e se il tuo sogno è vedere da vicino la catena montuosa dell’Everest, ti auguro di viverlo il prima possibile. Sono anche convinto che non è impossibile andare in solitaria e come dice il detto “Se puoi sognarlo, puoi farlo”! Però prepara per bene ogni minimo particolare.
Avere un’assicurazione di viaggio è essenziale in un trekking come questo. Io non ho dovuto usarla, però avendola, mi ha dato grande tranquillità. Ho scelto di coprire non solo le spese mediche, ma anche i danni accidentali a tutto il mio equipaggiamento e alla mia attrezzatura fotografica.