Il giorno di Ferragosto ripartiamo alla volta di Húsafell a vedere le cascate. Iniziamo visitando un canyon formatosi da una spaccatura vulcanica.
Il percorso interno è molto stretto e difficoltoso, ci dobbiamo cimentare anche con delle piccole arrampicate sulle rocce per poter finalmente ammirare una suggestiva cascata interna: la cascata di Rauðfeldargjá.
Ci rimettiamo in marcia e raggiungiamo Búdir, dove passeggiando attraverso una colata lavica, arriviamo nella bella e unica spiaggia dorata.
Questo paradosso geografico sprigiona tutta la sua forza nei contrasti, nel grande silenzio e nello spazio che ci circonda, è in grado di creare un’atmosfera di suggestioni e vibrazioni.
Dopo essere rimasti incantati da questi paesaggi, lasciamo la penisola dello Snæfell, rifacciamo un pezzettino del percorso già fatto nei giorni precedenti, passando per Borgarnes, Hvanneyri e Reykholt.
Quest’ultima cittadina, ha una piccola università dove vengono a studiare anche i ragazzi della capitale Reykjavik, ma la sua grande particolarità è una chiesa con il campanile a forma di missile.
Arrivati a Húsafell, per l’ennesima volta ci troviamo davanti a uno scenario a dir poco strabiliante: le cascate di Hraunfossar. L’estensione è grandissima e l’acqua non cade dall’alto come le altre, ma fuoriesce da metà roccia a forma di raggiera.
A fianco visitiamo anche le spumeggianti cascate di Barnafoss. Si racconta che il nome sia stato dato circa 100 anni fa, in seguito alla morte di 2 bambini scivolati dentro, dopo essere scappati durante una messa, per andarle a vedere.
Alle 15,45 ritorniamo sulla Ring Road, l’arteria circolare (da qui il nome ring) che ricopre l’intero perimetro dell’Islanda, mentre il resto è diviso fra sterrati e mulattiere. Destinazione Þingvellir (parco nazionale entrato a far parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 2004).
Per arrivarci, passiamo sotto il tunnel del fiordo Hvalfjörður, lungo quasi 6 km e ad una profondità di 165 metri sotto il livello del mare.
Arrivati nel parco di Þingvellir, andiamo a visitare l’unico punto al mondo dove è possibile vedere un tratto emerso della dorsale Oceania, la frattura che divide la faglia continentale Europea, da quella Americana.
Nell’ultimo terremoto avvenuto nel 2010 in Giappone,contemporaneamente c’è stata un’ulteriore spaccattura che si può ben vedere a occhio nudo.
Alla sera pernottiamo nel campeggio del luogo e ci riposiamo dopo l’intenso Ferragosto islandese.