Al mio risveglio, in questa mattinata di metà gennaio, il primo pensiero che mi balena nella mente è “ah però, quest’anno sono ben 29 le candeline da spegnere sulla torta”.
Con un po’ di angoscia su quanto dovrà essere grande il dolce, per contenere tutte e 29 le candeline, metto giù il primo piede dal letto, ma proprio mentre il secondo piede entra in contatto con il pavimento, vengo colto da un’insolita attività neuronale.
Nella mia testa comincia a prendere forma un’idea, all’improvviso, so cosa devo fare: sostituire le 29 banalissime candeline, con altrettanti, geniali, chilometri! Nel preciso istante in cui mi viene questa ispirazione, ho già individuato il sentiero che percorrerò: il Sentiero Atestino ad Arquà Petrarca, il paese più caratteristico dei Colli Euganei.
IL SENTIERO ATESTINO (segnavia 3)
Neanche il tempo di ripensarci e mi ritrovo ad Arquà Petrarca, che come recita il cartello di benvenuto, è uno dei borghi più belli d’Italia. Sono vestito di tutto punto e pronto ad affrontare la sfida del mio compleanno: percorrere tanti chilometri quanti gli anni del sottoscritto, ovvero 29.
La lunghezza del Sentiero Atestino originale è di circa 21km, ma grazie a delle varianti scovate durante gli allenamenti, è possibile arrivare ai fatidici 29.
La partenza del mio Sentiero Atestino, quello che ho ribattezzato 2.9, è dal parcheggio del parchetto in via Palma il Giovane. Una partenza soft che dura un chilometro, grazie alla discesa verso la parte del bassa del borgo. Il secondo chilometro è per veri fighetti, struscio nel centro storico di Arquà Petrarca, condito da una bella salita dalle pendenze interessanti.
In corrispondenza di un capitello votivo della Beata Vergine del Carmine, prendo la stradina a destra; attraverso gli uliveti secolari e quindi vengo inglobato dal bosco, un po’ spoglio (data la stagione), del Parco dei Colli Euganei. Fino all’ottavo chilometro è un alternarsi di salite e discese su single track con scorci mozzafiato verso la pianura ancora ghiacciata.
Dopo una bella discesa torno per un attimo nella civiltà in via Ventolone, ma tenendo la sinistra e affrontando una breve salita, riprendo la via della natura. Altri 2,5 chilometri, dopodiché breve tratto di asfalto e salitina su uno dei punti più panoramici. Selfie di rito e discesa a cannone per arrivare alla strada sterrata che conduce alla Fattoria del Monte Fasolo.
Il chilometro successivo è molto tranquillo e ne approfitto per sgranocchiare qualcosina. Arrivo ai piedi del Monte Rusta e alla deviazione che indica Sentiero Atestino (destra), oppure cima Monte Rusta (sinistra), scelgo la strada per la cima del colle.
La salita è molto suggestiva, si viene avvolti dalla vegetazione e attraverso un bel canalone, si guadagnano 100m di altitudine in appena mezzo chilometro. Grazie ai suoi 396 metri sopra il livello del mare, la sommità del Monte Rusta è il punto più alto del Sentiero Atestino 2.9. Mi fermo per salutare il monumento ai caduti e dispersi in terra russa e inizio la discesa composta da ben 12 tornanti in appena 2 chilometri.
Un altro paio di chilometri tranquilli sul piano e salita verso Villa Beatrice d’Este sul Monte Gemola, dove mi mangio un gustosissimo caco. A questo punto divento maggiorenne, infatti sono 18 i chilometri percorsi! Perciò proprio come un neo-patentato ne approfitto della discesa e spingo sull’acceleratore.
La sgasata termina completamente al 22-imo chilometro, dove mi ritrovo di fronte il muro! Si tratta di una salita con una pendenza mostruosa situata, ironia della sorte, in via correre. L’ascesa si conclude sul pianoro del Mottolone, in un ambiente arido e aperto che offre un panorama fantastico.
Negli ultimi 5 chilometri che mi separano dai miei 29 anni, attraverso la Casa del Petrarca e il centro storico del paese per poi concludere la corsa nel punto di partenza in poco più di 3 ore.
Magari per i prossimi 10 anni potrei proseguire con questa tradizione, ma con il passare del tempo il numero di chilometri/anni potrebbe diventare un po’ troppo impegnativo.
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