Dopo aver visto la bellezza di Locorotondo in Puglia, oggi vediamo la storia dei trulli, una particolare costruzione architettonica che si può ammirare nel “tacco dello stivale italico”. L’origine del trullo è molto antica, si perde nella notte dei tempi e in molti hanno cercato di trovare soluzione a quello che a tutt’oggi è ancora un’enigma e per il quale si possono soltanto avanzare delle ipotesi.
In contrada Marziolla, tuttavia, sorge un trullo, il più antico, con una data scolpita nell’architrave d’ingresso: 1509 o 1559 o 1599. La parola trullo è stata coniata in tempi recenti dagli studiosi, mentre nei documenti ufficiali era genericamente indicato con il nome di “casedda”.
Pur volendo trovare analogie con edifici che possano evocare la forma del trullo (Liguria, Sardegna, Corsica, Francia e addirittura Turchia), il trullo rimane una costruzione del tutto originale.
Innanzitutto il materiale è del tutto locale e, per la natura stessa del terreno, era abbondante, non richiedeva trasporto e non veniva usata malta legante.
Le pietre più grandi venivano usate per i muri portanti su base quadrata, alti circa 2 metri con spessore fino a 2,5 metri alla base e fino a 1,5 metri nella parte più alta. Su questa struttura veniva innestata la parte conica sempre in conci di pietra adeguatamente tagliati con un lato obliquo per l’interno dell’edificio e disposti, senza uso di centina, in anelli concentrici sempre più piccoli fino a chiudere il cono poi rivestito esternamente con “chiancarelle”, cioè lastre dello stesso materiale calcareo, sormontate in cima da un singolare pinnacolo. I coni vengono tuttora decorati con candidi ed antichi simboli che si rifanno ai culti ebraico-cristiani.La struttura del trullo può essere più o meno articolata a seconda degli scopi per i quali è stato costruito: monolocale, nella forma più antica, come ricovero nei campi o plurilocale, cioè più trulli accostati e comunicanti tra loro, se adibito ad abitazione. In questo caso dal trullo d’ingresso si accede direttamente, attraverso aperture ad arco, ai trulli comunicanti adibiti a vari usi: la cucina, il focolare, una o più alcove, oppure forno, palmento, pagliaio o stalla.
Così dall’esterno, il numero dei pinnacoli corrisponde al numero degli ambienti. In alcuni una scaletta esterna in pietra, inserita in fase di costruzione, veniva utilizzata per accedere alla parte alta riservata a magazzino di foraggi o paglia. In altri una scala di legno interna permetteva di raggiungere la stessa parte alta, cioè la conica, adibita a dispensa.
Nel corso del tempo la struttura del trullo è andata via via evolvendo così da una base quasi inesistente (base del cono emergente dal livello del terreno) si è passati ad una base, per quelli risalenti a circa 100 anni fa detti casini o casine, molto alta e di forma rettangolare dove si aprono finestre ampie. Nelle forme antiche, invece, le finestre sono piccolisssime.