Locorotondo si erge nel cuore della Valle d’Itria al centro di un triangolo immaginario tra Cisternino, Martina Franca e Alberobello. Insieme a queste località, seppur diverse tra loro, forma il territorio dei trulli che, diviso tra la provincia di Bari (Locorotondo e Alberobello), quella di Brindisi (Cisternino) e quella di Taranto (Martina Franca), occupa la totalità della Valle d’Itria.
Locorotondo, a 410 metri sopra il livello del mare, è in una posizione particolarmente felice, inoltre il suo nome composto da ben cinque “o” ne evocano la forma. La semplice bellezza, la suggestiva e accogliente scenografia la rendono spettacolare in ogni stagione dell’anno.
Percorrendo la statale 172dir da Martina Franca in direzione di Locorotondo a pochi chilometri, si può apprezzare la singolare forma ad arco. Invece passeggiando dalla Villa Comunale in via Nardelli (il cosiddetto “lungomare”) la vista corre dalle bianche case con i tetti in pietra a “cummerse”, alla valle scandita dai filari di vite e macchie di ulivi, in un paesaggio ordinato dalle geometrie dei muri a secco da cui affiorano qua e là cupole di trulli e i profili di Martina Franca e Cisternino, fino a perdersi nello sfondo del mare in uno spettacolo unico.
Altrettanto scenografici sono i suoi bianchi vicoli, lastricati da antiche pietre, dove si susseguono balconcini fioriti, archi, loggette e avite sculture.
In questo affascinante borgo si incontrano piccoli gioielli storico-artistici quali:
- Palazzo Morelli con splendido portale, balconcini in ferro battuto e un grazioso cortiletto d’ingresso;
- Chiesetta di San Nicola con una cupola a trullo;
- Chiesa Matrice, dedicata al patrono San Giorgio ed eretta nel ‘700 su più antiche costruzioni di culto, riconoscibile per la sua imponenza da qualunque punto della valle;
- Chiesa dell’Annunziata, antica chiesa a fianco alla Chiesa Matrice;
- Chiesa della Madonna della Greca, si fa risalire al ‘300, di bello ed elegante stile romanico;
- Chiesa di San Rocco, dedicata al Santo Protettore di Locorotondo, e nella quale si svolgono le imponenti cerimonie del 15/16/17 agosto di ogni anno;
- Chiesetta dell’Ospedale detta di Sant’Anna, edificata nel ‘500, ma di origine più antica;
- infine il Vecchio Palazzo Comunale, la Chiesa dell’Addolorata, le piccolissime chiese di Santa Maria del Soccorso nel centro storico e dello Spirito Santo, in via XX Settembre.
Storia di Locorotondo
Locorotondo ha origini antichissime suffragate da ritrovamenti anche recenti che ne farebbero risalire le prime tracce di presenze stanziali tra il IX e VII secolo a.C.
Non si hanno ancora certezze sulla presenza di coloni greci, mentre è sicuro che in epoca romana la vicinanza con la via Appia, che passando per Taranto arriva a Brindisi, ne abbia favorito lo sviluppo.
Appartengono alla dominazione sveva alcune citazioni in documenti ufficiali della Chiesa di San Giorgio quale feudo del monastero di Santo Stefano (Monopoli) sotto la cui giurisdizione rimase, seppur con alterne vicende, prima con i monaci benedettini poi con i Cavalieri Gerosolimitani, sino alla fine del 1300 circa. Divenne possedimento dei Del Balzo Orsini fino a quando passò in mano ad una famiglia napoletana, i Loffredo, successivamente ai Carafa e, metà del paese, nuovamente ai Loffredo. In questi anni, circa il 1500, vennero eretti mura e castello distrutti nell’800.
La cittadina godette anche di un certo sviluppo arricchendosi di altre terre, chiese e un ospedale. Nel 1587 il medico Antonio Bruno pubblica un’opera di filosofia sull’immortalità dell’anima. Nel 1645 la famiglia Borrassa vendette il feudo alla famiglia Caracciolo di Martina Franca a cui rimase fino all’800. Successivamente Locorotondo fu anche partecipe dei moti rivoluzionari legati alla proclamazione della Repubblica Partenopea.
Contrade di Locorotondo
Una caratteristica della dislocazione topografica di Locorotondo è il gran numero di contrade sparse nel suo territorio di circa 48 Kmq di superficie. Se ne contano attualmente ben 138, più o meno antiche, dai nomi ora usuali, o presi in prestito dai nomi delle famiglie locali, ora bizzarri, Impiccananna, Zuzù.
In un contesto rurale come quello di Locorotondo era alquanto scontata la necessità che si avvertiva in tempi passati di raggruppare persone e abitazioni, in questo caso trulli o masserie, per una solidale organizzazione, più idonea ad affrontare il faticoso lavoro dei campi, nella condivisione dell’aia, delle poche attrezzature, del pozzo della preziosa acqua e talvolta di una chiesa.
Percorrere in auto, meglio ancora se a piedi o in bicicletta, l’intricato tessuto di strade e tratturi che uniscono tra loro le contrade, e le contrade a Locorotondo, è un dolce passatempo che apre continuamente lo sguardo a scenari di forte suggestione in un paesaggio quieto e ordinato dominato dalle cupole dei trulli.